Società, Tarcento Basket

Il punto del PRES: “NON È LA PIÙ FORTE DELLE SPECIE CHE SOPRAVVIVE, NÈ LA PIÙ INTELLIGENTE, MA QUELLA PIÙ REATTIVA AI CAMBIAMENTI (cit. C.R. DARWIN)

 

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Inizia la nuova stagione sportiva 2018/2019

La celebre frase dello scienziato, naturalista, scrittore inglese, ideatore della teoria dell’evoluzione dell’uomo, è in sintonia con i pensieri ed emozioni di una estate ricca di episodi, a cavallo tra due stagioni dense di significati ed utili a tracciare una linea di tendenza del e per il nostro lavoro.
Ecco, allora la chiave di lettura di questo primo punto che, commentata la preparazione estiva, introduce alla nuova stagione 2018/2019: il vantaggio competitivo di chi è aperto ai cambiamenti ed attrezzato a percorrerli.

Ciò significa tante cose: saper riconoscere gli errori se e quando si sono commessi, sapersi correggere in tempo utile e avviare – senza subirle – le correzioni, non temere le novità, saperle intuire ed anticipare, non preferire il nuoto in acqua bassa, dove si tocca , ma in mare aperto, in balia delle onde e dei venti, e dove nuotano gli squali.

Leggete il pezzo che segue con le chiavi di lettura appena suggerite:

Stagione2018/2019: stagione di anniversari. Per chi, come me, è attento alle ricorrenze è doveroso e piacevole prestarvi attenzione e richiamare quella altrui alle scadenze. Nel corso della prossima stagione due ricorrono. Sono molto diverse – fino ad un certo punto, però – entrambi importanti, a parer mio: i 60 anni dalla fondazione di Tarcento Basket e i 50 anni dai movimenti culturali, sociali e politici del ’68. I 50 anni di Tarcento Basket furono ricordati con una memorabile pubblicazione ed una non meno memorabile cerimonia: un incontro in una Villa Moretti stracolma e che a stento ha contenuto i tantissimi venuti da ogni dove e da una partita del tipo “ Vecchie Glorie “ promossa dalla APU del tempo.
Alla manifestazione a Villa Moretti, almeno 400 persone: i Presidenti e dirigenti ancora in vita e succedutisi nei 50 anni di storia trascorsa – dalla fondazione al 2008, i dirigenti, i coachs, – con una attenzione particolare al nucleo dei fondatori, gli atleti più significativi e che si sono fatti valere sui parquet regionali e nazionali. In questi casi, il riconoscimento è un atto dovuto, piacevole ma che può farsi anche stucchevole se si riduce a rito di circostanza. Di solito si ricorre alla targa, alla pergamena, nel migliore dei casi alla medaglia. Tarcento Basket sarà ricordato anche perché in quella occasione è uscito dai clichè, ritenendo- credo a ragione- che una gratitudine vera e sincera avrebbe necessitato di uno sforzo di maggiori originalità e rispetto della propria terra che – non senza immodestia – ama autoproclamarsi la Perla e Friuli, sicuramente pensando alla sua stupenda conca collinare ma – io credo- anche ad altre peculiarità locali : la magia del fuoco e dell’acqua, peculiarità costitutive e i molti artisti ai quali ha dato i natali. Tra questi, il pittore e scultore Luciano Ceschia. Grazie agli eredi, la vedova e la figlia, il genero- presenti alla manifestazione – Tarcento Basket è riuscita a scrivere la propria gratitudine in forma originale su una trentina di medaglie originali dello scultore donate agli ex presidenti. Per quanto attiene alla manifestazione sportiva, nel pomeriggio/ sera in palazzetto a Tarcento si sono incontrate la prima squadra di Tarcento Basket con una rappresentativa delle “vecchie glorie”, tra le quali segnaliamo soltanto: Pino Brumati (forse la sua ultima partita giocata), Fabrizio Bassini, Giovanni Bozzer, Raul Di Stefano , Pierino Canova, Vanni Zanon, Tiziano Lorenzon. La sera, soddisfatti ed appagati, tutti a cena da Costantini, dove Sergio Tavcer introdotto da Marino Firmani ha presentato, illustrato e commentato la sua ultima pubblicazione sul basket.
Questo per i primi 50 anni di Tarcento Basket, ma per gli altri 10 per arrivare ai 60 che scadono a fine anno? Non li celebreremo con tanta ricchezza di mezzi, non perché non ne varrebbe la pena e men che meno perché non li meriterebbero, ma perché non avrebbe senso. Sono gli anni in cui – con enormi pazienza e fatica – Tarcento Baskt è tornaoi a raccogliere qualche risultato positivo nel minibasket e nelle giovanili, dopo aver rasentato il fondo. La prima squadra con coach Lorenzo Bettarini ha riacciuffato la CSILVER allora ancora chiamata C1 un tempo conquistata – per la prima volta con la guida di coach Andrea Tofoletti, poi da egli persa con la retrocessione in serie D e da Bettarini riconquistata. Quindi inizia la stagione di coach Alberto Andriola che eredita la prima squadra in CSILVER, la conserva, la mantiene, la rifonda e la porta in CGOLD dopo aver vinto il campionato, la COPPA FVG, quella TRIVENETO e in CGOLD portato la squadra in FINALE di COPPA ITALIA A RIMINI nel marzo del 2016. Quindi la rinuncia alla CGOLD e la successiva RIPARTENZA. Siamo convinti che questa storia a differenza di quella dei primi 50 anni di Tarcento sia molto meno tipica di Tarcento Basket in senso stretto – i primi 50 anni sono davvero molto originali e peculiari – e molto
più rappresentativa di questo tempo del basket in senso lato ovunque in Italia e in Regione. Pertanto, celebrare il decennio in modo serio e significativo vuol dire non celebrare noi stessi e nemmeno i nostri uomini – dirigenti o tecnici che siano stati- ma celebrare il basket italiano, regionale e locale e discutere , confrontandosi liberamente , i suoi problemi più acuti e cruciali.

D’accordo si dirà, ma tutto ciò centra qualcosa con il ‘68? In superficie no, ma se si guarda a fondo le analogieemergono . Soprattutto, per chi- come me – il ’68 ha vissuto e ne è stato in qualche modo protagonista. Mi spiego meglio. Riconosco nel tentativo di dare un orizzonte al basket di questo tempo – alle società, agli atleti, al pubblico, agli affezionati, alle famiglie, ai dirigenti, ai tecnici, agli sponsor, alle istituzioni di rappresentanza (CONI,FEDERAZIONE, LEGA); insomma a tutti gli attori a diverso titolo coinvolti, trovo lo stessa ricerca dal basso di senso e il bisogno di autentica socialità che 60 anni fa ispirò e animò le nostre mobilitazioni. Qualcuno penserà e dirà che il discorso è un po’ tirato per i capelli. Pazienza, per me non lo è e questo mi basta.

TARCENTO, terra di fuoco e acqua, “perla del Friuli”, ha portato bene al ritiro della nazionale giovanile UNDER14: parlo e scrivo, se non proprio da profano, da inesperto. Ho una carriera costellata da numerose iniziative formative residenziali. So cosa vuol dire per un gruppo omogeneo vivere alcuni giorni ritirato a preparare la propria missione, il proprio compito. Ma il ritiro di una squadra – per di più nazionale, in vista di un torneo internazionale è stato la prima volta che ho frequentato da vicino. Due piccoli assaggi sono stati il ritiro congiunto tre anni fa a Tarvisio di Under 14 e Under 16 e due anni fa a Tarcento della prima squadra CGOLD. Un’altra cosa. Confesso- forse un po’ prevenuto – che il primo aspetto ad avermi colpito è stato il numero e la composizione della delegazione: per 16 atleti uno staff di 6 componenti. Sono bastati gli allenamenti dei primi tre giorni per capire che la dotazione era generosa ma non sproporzionata, tantomeno gratuita. Nessuno mai con le mani in mano, a ciondolare, a perdersi in compiti inutili o dei quali non fosse immediatamente e chiaramente misurabile la ricaduta. Una preparazione atletica intensa, dura, personalizzata, misurata, indirizzata a colmare da subito i deficit individuali immediatamente rilevati, ed un’altra – di gruppo- funzionale alla sperimentazione degli schemi di gioco. Il ritiro si è concluso con una partita amichevole della nazionale Under 14 contro una rappresentativa regionale Under 16, fatta in gran parte dai ragazzi di nostra conoscenza ed amicizia provenienti dalla ex mitica corazzata U16 Gemona di coach Sgoifo. Il punteggio ed il risultato non contavano, voleva essere un esame post ritiro e pre torneo in Slovenia. Così è stato. Comunque, a voler essere pignoli, dovrebbe aver vinto la nazionale U14, almeno per tre tempi su 4. Ma non è stata una passeggiata. Vuoi perché di un paio d’anni più adulti– e a quell’età la cosa conta e si vede ad occhio nudo – vuoi perché atleti della mitica corazzata, gli ex Gemona non solo hanno venduto molto cara la pelle – e questo già si sapeva – hanno anche ottimamente figurato, facendo sudare i ragazzi della nazionale e la loro panchina, sempre in piedi a sbracciarsi.
La sera i saluti al Tarcentino con immancabile taglio di torta e gli auguri di Tarcento Basket e del Presidente FIPFVG Adami, per il torneo che iniziava il giorno dopo in Slovenia.
Assieme agli auguri ho voluto fare un breve commento, il primo riservato ai coachs Guidi e Fucka “bravi ma non invincibili” il secondo a voce alta rivolto a tutti durante il taglio della torta, ho raccomandato “ meno timore del contatto fisico e più aggressività in difesa “. Temevo di aver infranto il bon ton diplomatico federale e di aver irritato lo staff della nazionale. Al momento dei saluti finali però mi è stata data ragione e ho ricevuto ringraziamenti non formali.
La nazionale UNDER 14 il giorno dopo, vincendo Montenegro e Serbia , si è classificata prima per i quarti poi per le semifinali, quindi – due giorni dopo, battendo i padroni di casa della Slovenia, si è classificata per la finale contro Israele, A sua volta battuta, vincendo il torneo. Squadra e staff di rientro dalla Slovenia sono passati da Tarcento per ritirare parte dei bagagli lasciati in deposito. Incontrandoli per un ulteriore saluto e per complimentarci per il successo si è capito meglio il valore e i meriti del risultato: sicuramente merito dei ragazzi- di molto cresciuti nei 10 giorni di preparazione in palazzetto a Tarcento, anche per la complicità ed il concorso della sua acqua e del suo fuoco, ma hanno vinto anche per la fortissima disciplina e concentrazione che li ha distinti da temibilissimi avversari, ad esempio i russi, tutti molto futuribili e che molto deconcentrati e con approccio più turistico che competitivo. Per cui nella vittoria della nazionale italiana l’acqua ed il fuoco di Tarcento hanno pesato ma hanno inciso molto di più la serietà e la disciplina dello staff.

Il doppio campionato: la nuova sfida e scommessa di Tarcento Basket nel 2018/2019: non sono programma ed obiettivo inediti ed originali. Altri – prima di noi – li hanno decisi e perseguiti, in alcuni casi pure con buoni risultati. Li prendiamo ad esempio. La novità – se c’è – è che stavolta facciamo davvero sul serio. Che vadano valorizzati i giovani, particolarmente quelli del proprio vivaio lo dicono tutti ad inizio di ogni stagione: società, presidenti, dirigenti, tecnici, gli stessi giocatori. Sicuramente gli organi federali. Poi, però, alcuni lo fanno, altri no, alcuni ci riescono, molti no, alcuni ci riescono in parte , molti per nulla. Queste sono le ragioni per le quali, a fine scorsa stagione ci è venuta l’idea di mettere il progetto, le buone intenzioni in sicurezza. Ci è sembrato vi fosse una sola strada per riuscirci: partire non da una idea astratta di giovani , ma dall’ottimo serbatoio della nuova Under18, confermare della prima squadra uscente i senjor che più ci hanno convinto e che più ci sono sembrati compatibili con il nuovo progetto, che chiede ai senjor pure la disponibilità, voglia atteggiamento di fare da chioccia- tutor agli junior, di cercare alcuni nuovi senjor da innestare per colmare lacune oggettive, la nostra prima squadra , palesemente soffre – come molte altre nei numeri 4 e 5 , inoltre anche per non mandare i giovani subito allo sbaraglio ci è sembrato opportuno assicurare una alternanza in panchina alle confermate ali e guardie.
Il doppio campionato è garanzia di stabilità nei roster e di una ambizione / progetto che non esaurisce le sue possibilità nelle disponibilità da verificare volta per volta, quindi nella totale aleatorietà del momento. No, così si è fatto in passato e non ha funzionato. Del roster Under18, 4 atleti fanno parte del roster prima squadra a pieno titolo, integrando la componente junior. Si alleneranno con la squadra giovanile e con la prima squadra e saranno convocati alle partite di entrambe i campionati, non essendoci mai sovrapposizione, in casa ed in trasferta. Si tratta di: Marko Avramovic, Alex Bosa (play e guardie) Nikolas Clemente ( ala lunga), Mattia Ribotis ( 4)
Gli altri 14 atleti di Under18- squadra di buon livello e numerosa : 18 ragazzi, sanno che a loro scelta e programmando la cosa con i coachs possono allenarsi sempre pure con la prima squadra e che a rotazione saranno convocati tutti durante il campionato. Ci è parso che a facilitare il progetto avrebbero potuto essere la compresenza e l’intreccio degli staff: Luca Simonaggio e Fabio Pellos- rispettivamente coach ed assistente in Under18 sono pure gli assistenti di coach Alberto Andriola, head coach in prima squadra e coordinatore del progetto e degli staff tecnici.
L’idea del doppio campionato ci ha convinto quando abbiamo incontrato – in casa ed in trasferta – Portogruaro che lo scorso anno, secondo noi in modo convincente fece praticare ai suoi giovani il doppio campionato.

Under15: una scommessa possibile: ai nastri di partenza della nuova stagione si trova nelle condizioni migliori degli ultimi anni. I numeri sono meno risicati di quanto temuto, il gruppo rimasto è quello più promettente, la voglia c’è la presenza pure. Lo staff dirigenziale è lo stesso, a garanzia di continuità e dedizione. Quello tecnico è cambiato in meglio. Non per ragioni personali ma perché Fabio Pellos ed Andrea Giacomini sono pure molto impegnati nelle categorie superiori: Under18 e prima squadra per cui finalmente il contagio e la transumanza virtuosi possono uscire dal limbo delle buone intenzioni ed astrazioni e farsi concreto programma di lavoro

Minibasket: che Dio ce la mandi buona : Già Tarcento – la Perla del Friuli – è da sempre avara di nascite, ora il calo demografico si fa sentire ancora di più. Il termometro è semplice – oltre allla conferma che viene dai dati ufficiali della anagrafe del Comune – negli ultimi 5 anni Tarcento Basket per quanto riguarda il progetto scuola, che prosegue con successo in collaborazione con il Comprensorio scolastico del Tarcentino, ha richiesto una stampa di depliant per i ragazzi degli ultimi due anni( quarte e quinte della scuola elementare e per il triennio delle scuole medie) di 200 copie in meno ogni anno. Si è passati dalle 1200 copie alle 400 di quest’anno .Anche se la collaborazione pluriennale con Feletto non a caso si fonda sul parallelismo complementare : Feletto è soprattutto interessata e concentrata sul settore giovanile – diciamo fino Under 15 – Tarcento dal settore giovanile alla prima squadra ( diciamo campionati regionali D e tutt’al più CSILVER), Tarcento Basket non può nemmeno sfiorare l’idea di dismettere il minibasket, per molte ragioni: per interesse e per il servizio sociale che la comunità tarcentina – tutta , quella giovanile particolarmente meritano. Pertanto , pur tra difficoltà crescenti, Tarcento Basket persevera nel tentativo – che non vuole ridursi a velleità- di crescere anche nel minibasket. Non consola, però interessa le statistiche vedere che la stessa difficoltà è dichiarata da tutte le società anche quelle che hanno nel settore una storia gloriosa e di successo .
Forse è un segnale preoccupante e premonitore sul futuro del basket di cui si è già detto.

IL RITIRO: NE E’ VALSA LA PENA: organizzare un ritiro per iniziare la preparazione estiva ( in realtà iniziata la settimana precedente) della stagione 2018/2019 e per di più rivolto a tutte le categorie(minibasket , settore giovanile , prima squadra) a Forni di Sopra all’Hotel DAVOST, situato al centro degli impianti sportivi, tra palestra, piscina , campetto di basket, campo di calcio, piste da sci, dal 6 al 9 settembre non è stata scelta scontata né priva di azzardi. A mente fredda, confermiamo le impressioni a caldo durante e alla conclusione del ritiro, domenica pomeriggio dopo la bella festa con atleti, famiglie , sindaco di Forni: gli obiettivi sono stati ampiamente raggiunti. La soddisfazione può apparire scontata e di circostanza. Però: intensità di preparazione, sperimentazione di nuove formule e schemi, salto di qualità nella coesione interna dentro ai settori, alle squadre e tra di loro: questi sono le ragioni che hanno ispirato l’idea del ritiro a fine stagione scorsa- a detta di tutti hanno registrato un’ apprezzabile salto di qualità.
Al momento, oltre alla nostra testimonianza, forse interessata e di parte, c’è la prova della molto ricca e bella photogallery già pubblicata su e dal sito e facebook e che qui linkiamo riprendendola.
Per ogni buon conto – ispirandoci alla gestione e cultura di impresa, abbiamo promosso subito al rientro una indagine customer satisfaction. I risultati saranno elaborati a breve e ci torneremo sicuramente sopra più avanti. ( AT)