Per tutti un fine campionato di realismo, umiltà e responsabilità
Il punto del Pres
Si è proprio ciò che ci manca, a tutti, nessuno escluso- tranne sicuramente i bimbi del minibasket e i ragazzi di Under 14 che non perdono occasione per dirci e farci capire che hanno molto da imparare ancora e che sono attesi ad un futuro di sicura radiosa crescita, assicurano- da parte loro- disponibilità, impegno, e tanta compatezza di gruppo. Lo dimostrano, ovunque: in campo, in spogliatoio, in partita, in allenamento, fuori dal palazzetto. In questo ci insegnano molto, a tutti e ci fano sentire molto debitori nei loro confronti.
Quanto al resto non è così: a partire da me, dal Pres, passando per tutto il resto, staff, dirigenti, tecnici, giocatori, atleti, famiglie. Il bello è che l’esordio per tutti è sempre l più scoraggiante: “ io di basket, di cose tecniche .. non capisco nulla “, però poi a seguire ce ne è per tutti.. sentenze a .. go gò.
A ricordarmi però Federico Garcia-Lorca e il suo poema in memoria dell’amico matador ucciso dal toro, ma direi anche Fiesta del grande Hemingway sono soprattutto le gesta dei nostri ragazzi di prima squadra Valtorre. Dove più alto è stato il prezzo pagato per riportare nel gruppo la serenità necessaria a chiudere il tormentato campionato dignitosamente. Per la seconda volta in pochi mesi abbiamo deciso di cambiare la guida tecnica della squadra , ponendola nelle mani del duo che assieme conduce Under18, invertendo i ruoli, dove Max Degano assiste Luca Simonaggio, in prima squadra è l’inverso. Questa scelta, che sarebbe stata la migliore già a ad inizio stagione, conferma e ribadisce l’orientamento della società – che anche nel corso di questo tribolato campionato abbiamo visto peculiare in altre società e là perseguito con evidenti successo e soddisfazione (un po’ in tutte, particolarmente in Gonars e Portogruaro, per stare al girone che ci riguarda) : valorizzare il vivaio giovanile interno, con una crescita non intempestiva ma guidata all’approdo in categoria superiore spontaneo e meritato.
Ora sono compito e responsabilità di tutti fare in modo che anche da noi, questa scelta che i verbali della società reiterano da almeno 3 anni di assemblee, comitati, inaugurazioni di stagioni agonistiche non resti più un pio desiderio ma si faccia segno distintivo, parametro caratterizzante. Per questo servono dedizione, impegno, costanza, presenza, rispetto, correttezza, umiltà, educazione, verso tutti: compagni, coach, dirigenti, avversari, arbitri, pubblico, in campo e fuori. E’ questione di educazione e di stile, sicuramente. Ma non solo. Per questa ragione ho insistito con i ragazzi e lo staff su un cambio di registro che ho voluto esemplificare nella scena – per me un po’ ridicola e patetica – del matador che nella arena – in questo caso nel parquet- a gambe larghe e busto chino, di fronte al toro- in questo caso l’avversario- agita le spade – in questo caso la palla a spicchi – cercando di ferirlo e invece si fa incornare – in questo caso fregare la palla – Siamo tutti stufi di questa miserevole ricerca di riflettori da star alla Wanda Osiris. Concretezza e risultati, il resto sono solo chiacchiere e “prese per i fondelli”.
Le squadre giovanili: tra programmi rispettati, obiettivi raggiunti ed impasse da incubo : di Under 14 un po’ si è già detto, resta ancora da dire che – forse – il ritmo fisiologico di crescita è troppo lento e che si rende necessario un piano straordinario per alzare l’asticella un po’ ogni giorno. Ciò vale per tutti: per gratificare chi è più in ritardo e valorizzare chi è più avanti. Under18 ha ritrovato la strada delle vittorie e pare non volerla perdere. A suo tempo dissi che : Under16 sembrava soffrire di nevrosi da successo, incapace di darsi ragione per una sconfitta e Under 18 di indifferenza per il risultato. Chiedevo una via di mezzo, un giusto equilibrio. No dico che oggi le parti si siano capovolte, anche se il barometro dei campionati potrebbe farlo pensare, però sicuramente Under 18 rispetta la tabella di marcia, mentre Under 16 è in evidente ritardo e affanno.
Il 29 e 30 marzo il I° Torneo internazionale di Basket giovanile riservato alle categorie U18-19 “Città di Tolmezzo, città alpina dell’anno” : a coronamento del progetto che vede Tarcento Basket e Tolmezzo Basket collaborare con rinnovati entusiasmo e impegno da inizio stagione per il migliore successo della squadra giovanile costruita con l’apporto di Tricesimo, Tarcento e Tolmezzo che contribuisce per il secondo anno con 6 ottimi ragazzi, a fin mese nel palazzetto di Tolmezzo si terrà il torneo su detto e di cui , a parte , pubblichiamo locandina e programma. Interverranno team di tutto rispetto: il nostro Tarcento Basket, APU GSA, KRANISKA GORA – SLO- un team ungherese. Il torneo beneficia del patrocinio e del contributo del Comune di Tolmezzo, della Regione FVG, della CCIA, della Fondazione Friuli. Oltre alla componente sportiva – quella prevalente e peculiare- è previsto un ricco ed interessante programma turistico-culturale.
Il regolamento di disciplina interna per chiarire compiti e responsabilità e ruoli, nella società e tra società – famiglie – federazione: le vicende più recenti – come sempre nelle difficoltà di peggiore tipo: sconfitte, esoneri, noia negli allenamenti, liti in partita.. – sono state segnate da molti episodi di malcostume e di vera e propria degenarazione nei comportamenti e nello stile. Quando la situazione cede agli insulti, ai vaffa.. ai gestacci, alle quasi aggressioni, pensare di porvi rimedio solo con le norme con le regole, è illusorio. Soprattutto se si tratta dei fondamentali, della cosidetta buona educazione che si sarebbe dovuta apprendere con il latte materno, comunque in famiglia. Ma non scopriamo certo oggi che non è più così, e non lo è da tempo. Stupisce di più quando i segnali negativi vengono non dai ragazzi ma dagli adulti, quelli che dovrebbero – secondo i canoni – dare l’esempio. Però sono altrettanto impossibili e intollerabili il girarsi dall’altra parte , l’attendere che le cose si sistemino da sole , il gettare la polvere sotto il tappeto, il cavarsela con la pilatesca e inverosimile convinzione che la responsabilità sia sempre e comunque un po’ di tutti e che “ la verità stia sempre in mezzo” ( in mezzo a cosa poi non si sa) . Per questa ragione e non solo per questa ragione – dopo una ampia riflessione interna , tra dirigenti, staff, famiglie , atleti, e un mirato e approfondito confronto con gli attori esterni: le altre società sportive- di basket particolarmente ma anche di altre discipline, gli organi federali, le persone competenti in materia- abbiamo deciso di aggiornare il regolamento di disciplina interna, ormai molto datato e pensato in un contesto del tutto diverso e ormai superato. Il regolamento fissa in modo chiaro e perentorio: compiti, responsabilità, diritti, doveri, paletti, limiti non valicabili, sanzioni. Ma ciò che importa di più e che rappresenta nel suo genere una novità di svolta va oltre le disposizioni anche intuitive e di buon senso del galateo formale per affrontare il vero nodo: la gerarchia di rapporti e le possibilità di ricatto oggettive tra Federazione, atleti, famiglie e società.Queste ultime oggi strette tra le prime due sono l’anello debole di una catena che invece dovrebbe essere virtuosa mentre troppo spesso si fa perversa per le pressioni degli adempimenti federali da una parte o dei capricci o delle velleità dei ragazzi e delle loro famiglie dall’altra . Solo un buon clima e un buon servizio reso ai giovani e alle loro famiglie può rendere competitive e forti le società, ma anche metterle al riparo dalle scorribande mercenarie può essere di una qualche utilità (AT)