Si ci siamo proprio illusi … che il basket fosse un isola felice, un mondo a sé , retto da fair play, eleganza, superiorità, comunque al riparo delle brutture degenerazioni che si vedono negli altri sport, calcio in testa.
Invece non è così, o almeno non lo è del tutto come un tempo, come vuole la regola che il giocatore riconosca per primo il fallo alzando la mano dopo averlo commesso ai danni dell’avversario.
Gli episodi che hanno riguardato i ragazzi di colore Ousmane Diop Badu Diop e Alyun Diouf la scorsa settimana in occasione dell’incontro di ritorno- campionato regionale CSILVER- Virtus Feletto, dove militano e giocano, vs Vida Latisana non sono un fatto privato che riguarda solo le società e squadre interessate.
E se, per caso , fose vero, ma non lo è del tutto, che in fatti del genere valgono le responsabilità solo personali, quindi del pubblico, di quello più esagitato e fuori controllo particolarmente, è anche vero che una volta che l’episodio diventa di conoscenza pubblica , per la medesima distorta ragione, ci riguarda tutti.
E allora – se una o un tifoso o più tifosi hanno potuto gridare ai giocatori di colore di Feletto “ brutto nero di …m…. “ e poi non solo non smentendolo tantomeno scusandosi ma rivendicando – a dire loro – il buon diritto di poterlo fare. Allora adesso tutti noi siamo liberi e – aggiungiamo noi – abbiamo il dovere di dire la nostra condannando, prendendo le distanze, proponendo una reazione agli organi federali e alle altre società.
D’altronde altrimenti non si spiegherebbero la iniziativa della amministrazione comunale di Latisanae quella della stessa società di basket Vida, che – a prescindere se “ parte lesa “ o corresponsabile, visto che l’episodio si era già verificato nei medesimi termini in occasione dell’incontro di andata.
E’ bene che la reazione sia ferma e dura per arginare una deriva che potrebbe farsi imbarbarimento, sicuramente già alternativa alla missione sociale ed educativa dello sport e del basket, ma pure dei valori elementari di civiltà e di accoglienza.
D’altronde, illudersi che lo sport possa restare impermeabili alle più frequenti manifestazioni del costume sarebbe miope.
Ma noi non siamo cronisti che possano limitarsi a registrare i fatti, noi siamo attori chiamati ad una forte assunzione di responsabilità. Allora , se intolleranza , populismo e demagogia contanimano anche espressioni autorevoli delle istituzioni, le opinioni pubbliche, a noi- intendiamo società e autorità federali e sportive – compete reagire.
In ragione di ciò Tarcento Basket – i suoi dirigenti , responsabili, soci, tecnici ed atleti – esprime sincera solidarietà ai ragazzi di colore di Feletto ignobilmente insultati e provocati, alla società medesima, si rammarica che il seguito di una società alla quale è legata da antica e forte amicizia , quale Latisana , abbia potuto rendersi protagonista di episodi tanto gravi e preoccupanti, apprezza le sue reazioni immediate e si impegnerà ancora maggiormente nel proprio progetto “ fair play e oscar della amicizia.
Tarcento Basket – ufficio stampa