- Ho fatto il viaggio di andata e ritorno in auto con mio padre, in quanto non è stato possibile organizzare un pulmino con gli altri giocatori né del FVG né del Veneto.
- Durante l’ANDATA il pensiero è andato alla superiorità dei giocatori con cui mi sarei dovuto confrontare, alla severità dei coach Bocchino e Capobianco, a dove mi avrebbero alloggiato, e ai tre giorni che mi aspettavano. Le emozioni principali sono state la felicità e l’ansia perché a distanza di alcune ore sarebbero iniziate tre giornate di alta pallacanestro e, sicuramente, molto impegnative. Durante il RITORNO ho pensato soprattutto all’impressione lasciata a Guidi (coach della selezione regionale, pure presente a Roseto) e ai due coach Bocchino e Capobianco. Inoltre, alla soddisfazione di aver fatto parte del raduno della nazionale, un obiettivo che nemmeno immaginavo avrei potuto raggiungere, e soprattutto l’essermi potuto confrontare con molti dei giocatori migliori in campo nazionale.
- Arrivato in hotel ho incontrato alcuni giocatori arrivati prima di me. Ho parlato alcuni minuti con loro. Dopo aver consegnato i documenti mi è stato dato un borsone con 4 divise, una tuta con felpa, due magliette (il tutto con la scritta ITALIA). La camera era piccola ma in 2 persone si stava comodi. Io ero in camera con un ragazzo di Aosta.
- LA GIORNATA TIPO:
sveglia alle 8:45
colazione alle 9:00
partenza in pullman per andare al palazzetto alle 10:30
allenamento mattutino dalle 11.00 alle 13:00
ritorno in hotel in pullman alle 13:15
pranzo alle 13:30
riposo in camera alle 14:30
partenza in pullman per andare al palazzetto alle 17:30
allenamento pomeridiano alle 18:00
ritorno in hotel in pullman alle 20:15
cena alle 20:30
buonanotte alle 22:00
- Il primo giorno ci siamo allenati con coach Capobianco nel palazzetto. Nella prima parte dell’allenamento ero molto teso, ma subito mi sono tranquillizzato, constatando che stavo facendo bene il mio lavoro. Facevo un po’ di fatica ad attaccare o difendere i miei compagni ma me la cavavo bene, rimanendo concentrato e punendo gli errori altrui.
Il secondo giorno ci siamo allenati con coach Bocchino in una palestra. Non ero teso, mi sono allenato tranquillamente ma sempre concentrato, anche se la stanchezza fisica cominciava a farsi sentire.
Il terzo ed ultimo giorno abbiamo giocato tutta la mattinata. Lo staff aveva organizzato un torneo a squadre miste (ovvero Nord e Sud) a 6 squadre che si affrontavano in due gironi da tre.
- Oltre ad aver scambiato un paio di parole, non posso dire di aver fatto amicizia con nessuno tranne che con i miei compagni in rappresentativa regionale ossia Boglich, Poboni e Finatti, giocatori di Azzurra- Trieste, Con loro sono rimasto in contatto.
- Gli insegnamenti che mi sono stati dati da coach Capobianco e Bocchino, sono delle parole di cui io farò tesoro, e che ho cercato di dare anche ai miei compagni di squadra di Tarcento. Mi sono stati molto utili le correzioni sul tiro, palleggio, passaggio e gioco in post-basso. Al ritorno a Tarcento i miei compagni mi hanno accolto calorosi e con molte domande.