Comunicato ufficiale della A.S.D. TARCENTO BASKET
“Quando farsi una ragione vorrà dire vivere”2 (cit. Ligabue)
Da che punto di vista? Sempre lo stesso: quello già espresso a seguito del DPCM del 24 ottobre 2020 e il conseguente protocollo di sicurezza emanati da CONI e FIP che ha decretato la sospensione di tutte le attività e la chiusura degli impianti. Per questa ragione il presente comunicato richiama nel titolo la medesima citazione di Ligabue. Allora si trattava di motivare il farsi una ragione per spiegare la sospensione delle attività. Oggi per annunciarne un nuovo inizio. Cosa vogliamo dire? Per capirci, dovete leggerci fino in fondo. Accetteremo tutti i punti di vista, ci confronteremo con tutte le osservazioni, opinioni, cercheremo di venire incontro a tutti, ma non sarebbe serio, corretto, decoroso ripeterci, a favore di chi non trova 5 minuti per leggerci e poi esige spiegazioni o reagisce a situazioni presunte e fantasiose per pretesti diversi. Qui di seguito cosa vogliamo dire:
A. chi siamo: gli stessi del DPCM del 24 ottobre: non virologi, non scienziati, immunologi, medici, statistici. Come molti, dopo esserci informati e avendo studiato, ci siamo fatti una opinione, disponibili al confronto con quelle di altri. Se e quando, vogliamo pareri e opinioni di quelle categorie specialistiche e qualificate, a quelle ci rivolgiamo non disposti a lasciare che i nostri ragazzi, o – in caso di minori- le loro famiglie, nel merito e nel tono, abbiano la pretesa di spacciarsi come tali, e come tali la pretesa di essere da noi ascoltati e condizionati.
B. Ancora chi siamo: dirigenti e tecnici, nulla di più, nulla di meno, rispetto alle società con le quali ha senso noi ci si confronti. Quindi gente mediamente seria, volenterosa, onesta, preparata e che ancora studia e si prepara. Quando abbiamo militato in categorie superiori e di molto, i nostri staff, proporzionalmente lo sono stati allo stesso modo. Ma lo sono stati pure gli atleti: per talento, capacità, ma soprattutto impegno, dedizione e orgoglioso attaccamento alla maglia, alla società. Riuscire non vuol dire necessariamente sempre vincere, ma fare bene le cose, ottenendo risultati meritati sul campo e fuori, divertendosi e stando bene. Serve anche questo, non ti regala nessuno, né lo comperi al supermercato, te lo devi costruire tu: facendo ciascuno la propria parte: dirigenti, staff, presidente, sponsor, atleti, famiglie. Non aspettando tutto dall’alto, ma portando ciascuno il proprio pezzo. Non mi sottraggo a dire anche del Presidente (cioè di me), e lo faccio distinguendolo dallo staff solo perché per statuto il Presidente è anche il legale rappresentante: sicuramente io non appartengo alle categorie della scienza, che però studio avvalendomi di esperti autorevoli in loco, regione, nazionali ed europei, sicuramente non sono un tecnico del basket e ho sempre sostenuto di non avere nemmeno quella che il mondo del basket – secondo me con molta confusione e ipocrisia, chiama passione, cioè quella cosa magmatica ed indistinta che vuol dire tutto e niente. Io preferisco essere professionale che significa ottenere il massimo risultato nelle condizioni date. Senza falsa modestia però aggiungo che – avendo fondato, presieduto, diretto l’ENAIP a livello regionale, nazionale, europeo e mondiale- capisco qualcosa di formazione, educazione, valutazione, orientamento agli studi e al lavoro. E poi di management organizzativo. Dopo più che alla politica mi sono dato alla rappresentanza istituzionale. Ho presieduto la assemblea legislativa regionale, la conferenza nazionale, quella europea delle assemblee legislative. Quindi di legislazione, normativa, gerarchia delle fonti e delle norme credo di capire qualcosa. Perché mi azzardo in queste osservazioni per la prima volta pubblicamente? Per dire che cerco sempre di capire con chi parlo e chi ho di fronte, se devo scegliere un maestro o qualcuno da cui imparare cerco chi ne sa più di me, ma se devo prendere lezioni da chi spaccia la propria opinione con una sentenza, non ci sto e a volte reagisco pure male.
C. Una A.S.D.: questa è TARCENTO BASKET. Non va mai dimenticato, Talvolta qualcuno lo fa. E se a farlo sono associati a Tarcento Basket o tesserati FIP- come tutti gli atleti e tutto lo staff- questo è grave e non accettabile. Perlomeno non lo è con la complicità del legale rappresentante di Tarcento Basket. Le mie esperienze manageriali ed istituzionali mi hanno insegnato che i pacchetti si comprano con tutto il loro contenuto – quello che piace di più e quello che piace di meno- e che i patti si rispettano dall’inizio alla fine. Se vogliamo cambiare metafora e venire più terra a terra: quando più amici si mettono assieme per ammazzare il maiale, poi nella divisione si divide tutto in parti eguali o proporzionali alla quota pagata: cioè non è che uno si prende tutto il filetto, la brosadule e l’altro solo gli zampetti. Essere per statuto, atto costitutivo notarile e registrato, una A.S.D. riconosciuta, iscritta all’albo – come in ogni cosa – ha i suoi vantaggi e i suoi vincoli. Lo sai dall’inizio, nessuno ti ha obbligato a farlo, ma una volta che lo sei accetti le condizioni fino in fondo, altrimenti ti sciogli. L’importante è che nella somma algebrica i vantaggi siano superiori ai vincoli. Tarcento Basket ha sempre ritenuto che lo fossero. Solo una assemblea dei soci, a maggioranza qualificata può decidere il contrario. Insomma non lo possono decidere 4 amici al bar. I vantaggi sono fiscali, sportivi, di riconoscimento, responsabilità giuridica. I vincoli: non puoi dichiarare una cosa e farne un’altra, non puoi offrire servizi a chi non è tuo socio o non è tesserato alla federazione sportiva di appartenenza e di conseguenza al CONI. Essere una A.S.D. significa essere affiliati ad una federazione sportiva – nel nostro caso alla FIP-FVG e suo tramite alla FIP-naz.le. Tutto ciò non è privo di conseguenze da rispettare: legislazione sullo sport, autonomia del CONI, credito sportivo, statuti CONI e federali, legislazione di tutela e sostegno, ristori. Non sempre le federazioni ed il CONI hanno assunto decisioni che abbiamo condiviso. Spesso abbiamo dissentito e non lo abbiamo mai nascosto o taciuto. Come nel caso del DPCM del 24 di ottobre. Ma si dissente o si acconsente nelle sedi proprie: le assemblee formali od informali alle quali veniamo convocati e dove partecipiamo. Però una volta che la decisione, a maggioranza, è assunta si rispetta. Ciò non significa tapparsi la bocca. L a FIP e il CONI il 24 ottobre 2020 ci hanno detto di sospendere le attività e chiudere i palazzetti. Così a malincuore abbiamo fatto, dopo aver lamentato le migliaia di euro per igienizzazione e misure di sicurezza spese per prescrizione del protocollo di pochi giorni prima. Ora gli stessi- anche in ragione dei miglioramenti dei parametri pandemici, e per le tante insistenze di atleti e società a ripartire- ci invitano e autorizzano nel rispetto di stringenti prescrizioni e misure di controllo- a riprendere con gradualità intanto gli allenamenti in vista di campionati ridimensionati che saranno condizionati al rispetto di protocolli ancora non pubblicati. Noi – dicendo la nostra- con prudenza e disciplina- abbiamo rispettato le prime decisioni e altrettanto intendiamo fare con le seconde. Ci sarebbero due alternative, la prima non è la nostra, la seconda spetta a individualmente a chi la pensa a quel modo. La prima: non chiedi la affiliazione a FIP-CONI, ti ritrovi in campetto e ti diverti, ma allora niente campionati, niente credito sportivo, niente assicurazioni, niente sponsor. La seconda: come i ristoratori, gli artisti, gli studenti e docenti che chiedono la riapertura della scuola in sicurezza per non rimbecillire con la DAD scendi in piazza e manifesti, ti incateni alla sede della FIP-CONI al Carnera e non sfoghi il tuo dissenso, frustrazioni, protesta sdraiato sul divano con la playstation. Ai nostri tempi si faceva così e molti giovani e adulti fanno così anche oggi. Questa è responsabilità civile, il resto è opportunismo.
D. Una decisione difficile e sofferta: giovedì 28 gennaio, staff e dirigenti si sono riuniti per decidere il da farsi alla luce delle nuove decisioni che ci riguardano. La riunione era d’obbligo e necessaria, utile ed opportuna. Consapevoli che nei mesi trascorsi, vita, umori, stati d’animo, condizioni materiali e psicologiche di tanti di noi e delle loro famiglie sono molto cambiate, generalmente se non in peggio, si sono complicate. Sappiamo e condividiamo, facendole nostre la giusta e necessaria preoccupazione e prudenza di tutti, e avvertiamo umori, stati d’animo a dire poco problematici. Allora, per aiutare le nostre comunque difficili decisioni, abbiamo chiesto a due ragazzi ( Cristian Martinelli, per la prima squadra e Mattia Ribotis per U20, posto che al momento solo di questi settori si parla), la cortesia di un sondaggio di opinioni/monitoraggio che cogliesse gli umori degli atleti. Si è preferita questa strada nella convinzione – forse sbagliata- che a loro i compagni, gli atleti avrebbero risposto con maggiori chiarezza e franchezza. Certo i rischi che ad essere sondati fossero solo gli amici degli amici e che le risposte sarebbero state filtrate se non interpretate dal sondaggista rimangono. Ma non c’è via priva di rischi. D’altronde gli atleti e le loro famiglie sanno che il nostro telefono – almeno il mio sicuramente risponde h24, quello dei ragazzi no, mai. Non si pensi che non abbiamo voluto assumerci le nostre responsabilità, è il contrario: siamo qui, chi ci vuole parlare ci cerchi. Nella discussione non la pensavamo tutti allo stesso modo: è normale. Opinioni, informazioni, sensibilità, condizioni oggettive, professionali, familiari, anagrafiche, di salute… diverse. Non c’è stata la fazione dei difensori della salute e precauzione e quella degli avanti a tutti i costi. Queste discussioni da bar non sono il nostro stile. Alla fine ha prevalso la linea del: ripartire con gli allenamenti, con prudenza e gradualità, nella massima sicurezza, e attendere, monitorandoli, lo sviluppo degli eventi, se e quando ci saranno i campionati- al momento si parla solo di prima squadra/promozione, al quale per prudenza abbiamo confermato l’iscrizione, riverificheremo le condizioni. Perché ripartire? Perché in tanti mesi di inattività fisica e relazionale i ragazzi rischiano il sovrappeso, l’atrofia psicologica, cerebrale, relazionale, l’arrugginimento del tono muscolare, l’aggressività, il rancore, l’incupimento. Poi la ripartenza è molto più dura e difficile. A prescindere, siamo ancora in vita, operativi e ci compete, vogliamo lanciare un messaggio. Reso l’omaggio ai troppi caduti di questa guerra, qualcuno deve pensare anche al futuro e non solo al passato. Ai nostri giovani. Siamo qui per quello e quello vogliamo fare. Cosa faranno gli altri? Molte società non ripartiranno ora per le ragioni più diverse oggettive e soggettive. Riguarda tutto lo sport non solo il basket. In un Paese di figli e figliastri, sport, scuola, ricerca, partite iva, lavoro autonomo, pubblici esercenti, ristorazione che escono a pezzi da questa fase di crisi sanitaria, sociale ed economica. A detta di molti la motivazione più falsa e pelosa, per motivare la non ripartenza, però sicuramente quella più nobile ed ufficiale, è la preoccupazione per la salute. Ma questa riguarda tutti, anche coloro che hanno deciso di ripartire. In realtà, le cause sono in gran parte, lasciando stare i casi estremi che pure ci sono dei decessi di dirigenti e presidenti, la mancanza di impianti sportivi, il venire meno dei tecnici e degli staff, i costi (a coloro che con tono offensivo contrappongono i paladini della salute agli speculatori della attività è facilissimo dimostrare che ad una società oggi converrebbe la chiusura totale). Ma così tradirebbe il suo compito sociale ed istituzionale, e comunque sarebbe troppo tardi. Alcuni costi sono già maturati e vivi, la chiusura della stagione avrebbe avuto senso solo se fatta a giugno 2020, quando è iniziata quella in corso. Da giugno ad oggi molti impegni sono già stati deliberati e assunti.
E. Non siamo stati con le mani in mano: il nostro lavoro non finisce mai, per i dirigenti i periodi di maggiore impegno sono quelli in cui i campionati sono fermi ( l’estate, le pause …) sono quelli i periodi in cui si lavora ai roster, ai calendari, si cercano gli sponsor, si ristrutturano gli impianti. Così anche in questo periodo i nostri staff non sono stati ad attendere la maturazione delle nespole sull’albero. Dirigenti, coachs, tecnici.. hanno elaborato in partnership e collaborazione con ENAIP, FONDAZIONE FRIULI, COMUNE DI TARCENTO, CAMERA DI COMMERCIO, UNIVERSITÀ) un serio e qualificato progetto di formazione formatori (cioè gli stessi dirigenti, tecnici, coachs, sponsor..).FIP e CONI oltre ad aver collaborato alla stesura del progetto intendono utilizzare il nostro come archetipo, da collaudare e standardizzare e assumere come prototipo da estendere a livello nazionale. Il progetto parte dall’assunto che le conseguenze della pandemia sono molte, radicali, profonde e durature nel tempo, quasi a spingere ad una sorta di attrezzamento fisico, psico-relazionale, sociale, professionale, economico, con gli effetti pandemici. Vaccino ed immunità di gregge sanciranno nella previsione dei più questo passaggio d’epoca. Il progetto dal titolo che dice già molto dei contenuti e delle finalità è “ALLENA-MENTI” corso per dirigenti, istruttori, allenatori, sponsor, volontari ( quindi anche istruttori di altri sport e società, dilettanti, familiari, genericamente interessati) affronterà tre AMBITI TEMATICI: il primo ambito “ sicurezza” ( attività sportiva in tempo di COVID-19); conoscenze e comportamenti da trasferire; protocolli di sicurezza, igiene, buone prassi. Il secondo ambito “benessere1” (alimentazione e sport). Il terzo ambito benessere2”: elementi di psicologia applicata al contesto e al target ” distanti ma uniti” squadra, socialità e relazioni. La palestra dello sport come la palestra della vita. La dimensione virtuale (digitale) e la dimensione “in presenza” rischi e potenzialità. Come si può notare dai contenuti ed obiettivi del corso ci stiamo attrezzando- anche con il potenziamento della palestra e la dotazione di efficaci attrezzature di igienizzazione degli ambienti- grazie anche ai contributi, concessi da FIP- CONI alle A.S.D.- ad una ripartenza a portata di tutti. Questa premessa, non breve, vuole dare le informazioni essenziali e dovute agli associati e ai tesserati e rispondere alle principali riserve e obiezioni pervenute alle nostre orecchie. Anche da qui la lunghezza del testo, non speriamo di confutarle ma confidiamo di essere letti da chi le ha sollevate e ce le ha indirizzate.
CIO’ PREMESSO, VENIAMO AL DUNQUE
Ripresa attività: settimana che parte da lunedì 15 febbraio (la data sarà confermata dagli staff nei gruppi whatshapp).
Tamponi: lunedì 11 febbraio (data e orari da confermare), a turni che saranno concordati con i dirigenti e i coachs, tutti – atleti, dirigenti, coachs e tecnici- riceveranno il tampone rapido nella infermeria del palazzetto. Saranno concordati turni per venire incontro alle necessità degli studenti, dei lavoratori e di tutti. I tamponi saranno eseguiti secondo le prescrizioni dei protocolli e gli esiti saranno certificati come da normative sanitarie. Saranno eseguiti nel pomeriggio/sera. I costi del primo tampone sono a carico della società.
Modalità allenamenti: partenza graduale, molto probabilmente si inizierà con un allenamento a settimana, per aumentare di frequenza e gradualità progressivamente, molti allenamenti individuali in campo e palestra e/o divisi a gruppi a seconda delle necessità, condizioni atletiche, attitudini, a seconda della evoluzione dei protocolli e delle condizioni igienico-sanitarie, si valuterà il passaggio al gioco di contatto. Al fine di non frammentare troppo gli allenamenti e anche in ragione delle loro finalità e caratteristiche sarà fatto un solo gruppo con tutti gli atleti a prescindere dalle rispettive categorie. Questi aspetti organizzativi e logistici saranno discussi, valutati e condivisi con gli atleti e, qualora necessario, con le famiglie ad inizio della ripresa delle attività.
Campionati: al momento è stato comunicato solo l’inizio del campionato prima squadra/promozione reg.le. fissata per il 7 marzo e termine a giugno. Non sono ancora definite né certe le modalità/condizioni del campionato. Tantomeno di quelli giovanili, che dovrebbero essere comunicate a breve.
Ulteriori tamponi: il protocollo prevede, come tutti i protocolli, che dopo il primo tampone, ogni atleta o membro di staff che entra in palazzetto consegni una autocertificazione settimanale che il dirigente preposto dovrà conservare in apposito registro. È poco, è un modo pilatesco per coprirsi le spalle? Probabile, come in ogni cosa dove centrino responsabilità e burocrazia: sanzioni e tribunali funzionano così. Non lo scopriamo oggi, né vale solo per questo caso. Per rendere la cosa meno ritualistica, burocratica il possibile e più verosimile possibile, noi intenderemo proporre a tutti una certificazione settimanale, comunque dovuta, avvalorata e sostenuta da ulteriori tamponi da eseguirsi con le stesse modalità del primo nella infermeria del palazzetto. La frequenza (settimanale, ogni 10/15 giorni?) sarà discussa e concordata con atleti e famiglie in ragione delle necessità, evoluzione della pandemia, dei protocolli. Mentre il primo è interamente a carico della società, per quelli successivi, chiederemmo un contributo nella misura che sarà meglio precisata più sotto nel punto in cui saranno trattati tutti gli aspetti economici.
Aspetti economici:
- Associazione a Tarcento basket: è noto e ormai prassi che la società 10 anni fa ha scelto l’opzione fiscale di fornire i propri servizi esclusivamente a coloro che sono associati a Tarcento basket, questo fa da tramite automatico al tesseramento FIP-CONI che è comunque cosa distinta e il cui costo è addebitato direttamente alla società nella propria scheda contabile e finanziaria. La ragione della associazione alla società è dettagliatamente spiegata nel suo statuto e nel modulo di iscrizione e associazione, ai quali qui si rinvia. Il costo delle tessere resta invariato nella misura di 10 euro per gli atleti e per tutti i componenti di staff maggiorenni, tecnici, dirigenti..; 15 euro per almeno un genitore in caso di atleta minorenne. Le tessere vanno compilate e ritirate entro e non oltre l’allenamento di martedì 16 febbraio, possono essere pagate unicamente in cash, contante. La tessera medesima vale come quietanza e non può essere portata a detrazione nella dichiarazione dei redditi.
- Rette corsi per U20: resta comunque invariata in ragione di 400 euro annui, stagione sportiva. Da quest’anno solare può essere pagata unicamente con bonifico bancario per chi intende, vuole, può portarla in detrazione fiscale, coloro che non intendono farlo possono pagare pure in cash, contante in segreteria. I dati relativi alle modalità: iscrizione, quietanza, dichiarazione per detrazione sono tutti riportati nel modulo di iscrizione. Le scadenze sono le medesime del punto relativo alla associazione, fatti salvi i tempi di ripresa delle attività, per meglio dire: il tutto va regolato entro la scadenza del secondo allenamento. Per quanto come spiegato più volte i costi delle rette siano forfettizzati su base di stagione sportiva, alcuni (affitto, visite di idoneità sportiva agonistica, polizza assicurativa integrativa, materiale sportivo e abbigliamento ) vengono contratti ad inizio stagione, per cui il loro frazionamento mensile è incongruo ed improprio. Ciò nonostante, per venire incontro ad alcune osservazioni fatte anche a settembre, ottobre da atleti e famiglie, eccezionalmente e solo per la presente stagione sportiva in ragione della sua instabilità ed imprevedibilità, ipotizzando una stagione di 10 mesi, 2 dei quali già consumati, con spese conseguenti e senza alcun introito, si propone la retta di 40 euro mensili. Si invita ad osservare e ad apprezzare il grande sforzo della società, la grande mole di lavoro amministrativo aggiuntivo: più bonifici, più dichiarazioni, più certificazioni. Siamo però certi di motivarvi di più alla adesione alle proposte qui inoltrate.
- Tamponi oltre il primo: le modalità sono già state illustrate, e pure che il costo del primo tampone è a carico della società, per quelli successivi e settimanali ulteriori al primo, si propone una partecipazione ai costi pari a 5 euro a tampone da versarsi cash volta per volta a fine tampone, oppure mensilmente in via anticipata. La parte restante del costo del tampone: tampone, reagente, infermiera, medico, è a carico della società.
TARCENTO, 02/02/2020 IL PRESIDENTE
ALESSANDRO TESINI