Società, Tarcento Basket

UNDER 16 ELITE : i ragazzi hanno letto, capito e risposto 0k

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Foto Menis

Grazie: per chi sta su la notte a scrivere e ad affidare a fb e sito il proprio pensiero è una impagabile soddisfazione. So che alcuni disapprovano: i meno maliziosi pensano “ ma chi glielo fa fare ? I più cinici “ ma chi pensa che lo legga ?” Lungo e pesante com’è…………!!!!!!!.

Per me sarebbe poco etico e serio non dire la mia ma lo sarebbe anche farlo in modi e tempi sbagliati, soprattutto intralciando gli allenamenti .. il lavoro e la fatica di altri. Non sempre i “proclami urbi et orbi “ sono appropriati. Le relazioni personali – se e quando ci vogliono- esaurisco al telefono, nei ritagli di tempo- prima o dopo gli allenamenti, le partite , in palazzetto. Quando le parole sono rivolte a tutti, lo faccio qui. D’altronde questo è il tempo in cui via twitter si annunciano le crisi di governo e le loro soluzioni, i congressi…. Non sarebbe il mio modo di comunicare , ma mi adeguo.

A “rigrazie” : che non recito .. né fingo, è dato dal fatto che domenica i ragazzi a Gemona, dopo aver vinto, in campo ed in spogliatoio, mi hanno detto e chiesto: “Pres, ti ricorderai di noi sul sito e fb ? Solo chi legge, medita e parla così. Altrochè che mi ricordo!

Una volta tanto mi e ci è piaciuto vincere: c’erano tutti – la grande occasione era sentita….”. C’era chi agli allenamenti è sempre presente, con il corpo e la mente, e lo si è visto in campo. E c’era anche chi ogni tanto diserta sia con il corpo che con la mente, e a maggior ragione lo si è visto in campo. Mi auguro che a notarlo siano anche gli interessati, compresi i genitori in veste non sempre disinteressata di tifosi e di improvvisati procuratori.

Vittoria bella e meritata: quando le partite sono così sentite – da ambo le parti – il gioco non è mai stupendo. Il punteggio basso ma non simbolico lo dice. Quindi vittoria di tutti: della difesa soprattutto, il che però vuol dire pure della tenacia, del temperamento, della prestanza e resistenza fisica. In una parola della lucida volontà di portare a casa i due punti, per consolidare la classifica e dare risposta affermativa ai pensieri del Pres, e non solo di lui, la società, i coach, il pubblico caldo e numeroso, stavolta più di sempre.

Un “magheggio”: quando ci vuole ci vuole… il basket è bello anche per quello. In campo vince chi ci va e ci vanno i giocatori che 5 alla volta se la devono fare e vedere con gli avversari. Ma il campo non è solo quello: al suo bordo ci stanno pure la panchina ed il coach. Finalmente ho visto una panchina ed il coach modulare ed adattare di volta in volta gioco, schemi ed attori – cioè i giocatori – alle reazioni dell’avversario, per approfittare dei suoi punti deboli. Lo saluto come un segno di maturità raggiunta, coerente con la scelta di militare nel campionato elite, per la solita tiritera si sarebbe potuto e dovuto optare per il campionato regionale. Centro sedia Basket non è  in assoluto l’avversario più forte incontrato. Falconstar e San Vito ci hanno impegnato e fatto soffrire di più , ma pure questi non scherzano. Bene aver saputo scegliere al momento giusto il pressing, l’uno contro uno , la zona, ci ha consentito di arrivare alla fine con il vantaggio poi conservato fino all’ultimo secondo , dopo un estenuante testa a testa, dove vincono lucidità, freddezza e maturità, unitamente al maggior ossigeno nei polmoni e nel cervello: Insomma quel mix che la comodità e il gergo da osteria chiamano impropriamente cattiveria, ma che è tutto questo molto e ben più difficile ed impegnativo.

Il tabellone, primo e principale alleato e complice: finalmente si è capito ed è stato il suo trionfo decisivo: prima Iago Tesolin poi Ruben Londero , hanno messo a segno due triple decisive per raddrizzare e poi chiudere bene la partita grazie al gioco di sponda con il tabellone, altrimenti le bombe sarebbero state a salve. Pulita invece quella di Marco Avramovic, la cosa migliore prodotta in una partita giocata, forse, con la testa ancora a Vienna.

L’enclave tolmezzina: era presente in gran spolvero, si è fatta notare e sentire, a sostegno di tutta la squadra ed in particolare dei suoi ottimi quattro prodotti: Tommaso Cucchiaro Alberto Olivotto, Iago Tesolin, Cortiula. Generosa ed efficace come sempre la prova di Tommy e Iago, un po’ discontinua quella di Alberto, in crescita ma che può fare molto di più, sacrificato Cortiula per via delle elevate fisicità ed esperienza degli avversari allenati dall’esperto coach Lizzi. La collaborazione a tre – Tarcento, Gemona e Tolmezzo- giunta al suo secondo anno, si rivela una strada molto buona prima che obbligata per dare a tutti una opportunità di crescita ed espressione rapportata alle loro ambizioni e possibilità . Ciò smentisce – almeno in questo caso, la tesi- prevalente, che vuole che i gruppi si formino in casa e in casa evolvano e crescano, pena un amalgama improvvisato ed esposto ai rischi di crisi da gelosia, competizione, scarsa conoscenza reciproca. Ad inizio di anno sono ricorso ad una delle mie frequenti metafore, per rappresentare la situazione: ho ricordato perché nella razza canina si dice che i bastardini- chiamati cosi in volgare- siano alla prova dei fatti cani molto intelligenti. Così ho detto questa è una squadra metticcia che porta a sintesi il patrimonio di grandi società, scuole e territori. Tralasciando un attimo il basket, il gioco robusto e coraggioso di Tommy, che finalmente ha vinti le iniziali ritrosie e – oltre ad afferrare tanti rimbalzi a produrre efficaci passaggi ai compagni, a difendere come il mai dimenticato Acca della C Gold, come ha fin qui fatto e garantito – adesso non disdegna nemmeno impetuose penetrazioni e va spesso e volentieri a canestro. Il suo gioco – dicevo mi porta in mente una cosa che lessi in un libro nel comodino in stanza durante un ritiro spirituale al castello di Tricesimo , tanti anni fa.E’ la metafora con cui chiudo questa riflessione.E’ una simpatica storia della Carnia e del suo popolo, vi si narra che e perché i carnici a suo tempo vinsero l’appalto per la costruzione della ferrovia transiberiana. Lo vinsero perché risultarono coloro che dal tronco di un albero, immagino quercia, furono capaci di ritagliare il maggior numero di traversine. Ecco, la difesa e le penetrazioni di Tommy mi ricordano i carnici della transiberiana. ( AT )